Il nuovo lavoro dei Coil Commemorate Enslave dimostra che quando il vento cambia, si trasforma in una vera e propria tempesta. In questo senso, scavare sempre più a fondo nei meandri del proprio pessimismo, si rivela paradossalmente un processo catartico, tanto che le parole di Leopardi e di Cioran non hanno più l'effetto desiderato sulla natura umana. Nulla cambia, nulla può essere evitato, e l'unico futuro per l'umanità è quello di accettare un destino già segnato, proprio come accade a Winston Smith in 1984: lui non può fare a meno di amare il Grande Fratello, noi non possiamo fare a meno di amare i nostri fallimenti. Quindi, se “L'Infinita Vanità del Tutto” e “Maxima Moralia – Umanità” sono stati un elogio della sofferenza, la soglia del dolore è stata finalmente oltrepassata con questi otto nuovi brani (comprensivi di intro e outro): nulla può più farci più del male. “Tout est pardonné”, citando Charlie Hebdo, la tragedia si paventa ancora una volta dinanzi a noi. In un insolito giro di eventi, anche la musica dei C.C.E. racconta una storia diversa, diventando più “melodica” e mescolando le asperità del black con le suggestioni di un passato in cui il punk e il metal classico erano la via maestra. È il mastermind Consalvo a guidare l'assalto, sostenuto dalla voce ruvida e profonda di Daniele Rini dei Ghost Of Mary, il tutto avvolto dal tratteggio, apparentemente pacifico, della matita di Vincenzo Parisi. Arpeggi provenienti da un limbo dimenticato, ritmi serrati di batteria e accordi a nota singola sono la cornice essenziale di un'opera in qualche modo definitiva, ma che lascia ancora presagire nuovi sviluppi in un progetto che non conosce confini; dal semplice attacco dal piglio adolescenziale di "Anti Prophet" alla velocità darkthroniana di “Nothing Else But Black”, dall'aura iconoclasta di "Nemesis" alla redenzione apocalittica di “The Snake and the Rope” (tutt'altro che redenta). E no, non è il momento di un'ennesima apocalisse: è solo il nudo riflesso di uno specchio vuoto che non può sopportare tutta l'umanità, così la stuzzica a poco a poco, avanti e indietro, individuo per individuo. Il vuoto è servito caldo e piccante, prego, accomodatevi. |